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COGNIZIONE SOCIALE: UN CONTRIBUTO ALLA VALIDAZIONE ITALIANA PER L’ETÀ ADOLESCENZIALE DEL TEST DI DISTINZIONE MORALE/CONVENZIONALE
M. Gatta*, A. Spoto**, S. Di Francescantonio***, M. Penzo*, S. Schiff***
Obiettivo. Lo scopo del presente lavoro è quello di testare e validare il test di distinzione morale/convenzionale per l’età adolescenziale. Essendo inoltre noto che in adolescenza, la corteccia prefrontale, responsabile di numerose funzioni tra cui la cognizione sociale, è in fervente attività di crescita e che il funzionamento di tale area è alterato negli individui che consumano in modo eccessivo alcolici, abbiamo valutato se il test costituisca uno strumento adeguato per discriminare tra coloro che bevono da coloro che non bevono. Metodi. Le prove sono state somministrate a un campione di 273 studenti tra i 13 e 19 anni d’età, frequentanti la scuola secondaria di secondo grado. I questionari sono stati somministrati nel contesto scolastico e compilati in forma anonima. Per la validazione del test si è fatto riferimento alle indicazioni relative a un consenso internazionale relativo alla procedura di valutazione delle caratteristiche psicometriche di strumenti testistici riportate nello studio COSMIN. L’affidabilità è stata calcolata tramite il coefficiente alpha di Cronbach. Per valutare la validità di costrutto si è fatto riferimento alla correlazione tra i punteggi ottenuti al test di distinzione morale/convenzionale e i punteggi relativi alle sottoscale comportamento aggressivo (aggressività), comportamento deviante (condotta) e alla scala sindromica esternalizzante (comportamento deviante, comportamento aggressivo), ottenuti attraverso la somministrazione del questionario Youth Self Report 11-18. Per la valutazione della validità discriminante sono state osservate le correlazioni tra il costrutto misurato dal test e il consumo di bevande alcoliche ottenuto tramite la somministrazione del Questionario Adolescenti Sabato Sera. Risultati. Le scale dello strumento hanno presentato una consistenza interna buona. Dalle analisi condotte sono emerse un’eccellente validità di costrutto sia per i maschi che per le femmine. La validità discriminante è risultata invece essere buona per i maschi e meno solida per le femmine. Conclusioni. Nel complesso, i risultati ottenuti, suggeriscono che il test di distinzione morale convenzionale possa essere impiegato per l’età adolescenziale come strumento per indagare il fattore preso in esame della cognizione sociale ovvero il livello di adesione individuale alle regole morali e convenzionali.
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Autolesività non suicidaria in un campione clinico di adolescenti italiani: caratteristiche, modalità, funzione dei comportamenti autolesivi e compromissione adattiva
C. Davico*, D. Notari*, N. Spagna*, A. Anichini**, C. Baietto**, C. Bosia**, V. Rabbione Gervasio**, A. Peloso*
La recente introduzione nel DSM 5 dell’Autolesività non Suicidaria (ANS) come condizione che merita ulteriori approfondimenti ha dato ulteriore impulso alla ricerca in questo campo. I dati disponibili in letteratura su campioni clinici di adolescenti, in particolare italiani, non sono molti. L’ANS riguarda specificatamente l’adolescenza ed è un consistente problema di sanità pubblica. In questo lavoro sono state studiate le caratteristiche, le modalità dei comportamenti autolesivi e gli aspetti di importante disfunzione a essi associati su un campione di 40 adolescenti ricoverati tra il 2011 e il 2014 in un reparto di NPI che rispondevano ai criteri dell’ANS come recentemente proposto dal DSM 5. Sono state indagate variabili cliniche e demografiche e studiata in particolare la compromissione adattiva attraverso la Global Assessment of Functio- ning e la Youth Self Report di Achenbach, la relazione con l’ideazione suicidaria e il tentativo di suicidio, il legame coi disturbi alimentari, dell’umore e di personalità. Si è osservato un aumento della prevalenza delle condotte autolesive negli anni di ricovero, fino a raggiungere il 33,3% nel 2014. La prevalenza dei soggetti del campione sono femmine, con una compromissione significativa del funzionamento adattivo (punteggio medio alla GAF di 47,5); i disturbi di personalità sono presenti nel 52,5% dei soggetti e inoltre si riscontra un’alta prevalenza di disturbi alimentari (47,5%) e di ideazione suicidaria (70%) non legata al gesto autolesivo. Tutti i soggetti riportano di aver messo in atto le condotte per provare sollievo da uno stato emotivo e cognitivo negativo, la maggior parte dei soggetti (38/40) hanno utilizzato il metodo del cutting. Come segnalato nella definizione del DSM 5, le condotte autolesive si associano a un’importante compromissione del funzionamento e sono presenti in diverse condizioni psicopatologiche; ulteriori studi sono necessari per esaminare le caratteristiche del sintomo in sottogruppi di soggetti con diversa condizione di gravità.
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Integrazione visuomotoria in un gruppo di bambini emicranici: effetti di un training visuo-spaziale specifico
M. Esposito*, M. Ruberto**, M.R. Barillari*, V. Lanzara*, F. Precenzano*, C. Gorga*, M.E. Caruso*, R.I. Ferrentino*, L. D’Oro*, D. Russo*, C. D’Alessandro*, G. Fiordelisi*, M. Siciliano*, M. Carotenuto*
Nella pratica clinica si riscontrano frequentemente nei soggetti con Emicrania senz’Aura (EsA) severe, persistenti e specifiche difficoltà in processi cognitivi, quali attenzione, memoria e coordinazione motoria. Scopo del presente studio è valutare le abilità visuo-spaziali e d’integrazione motoria in un gruppo di bambini con EsA e verificare l’efficacia su queste ultime di un programma di training specifico. La popolazione in esame risulta costituita da 14 con ESA, (9 M) (età media 9,35; SD ± 1,67) e 25 bambini sani (15 M) (età media 9,13; SD ± 1,96; p = 0,726). Tutti i soggetti sono stati sottoposti a Movement ABC test e Visual-Motor Integration (VMI), test presso la Clinica di neuropsichiatria infantile della Seconda Università degli Studi di Napoli. Tale valu- tazione è stata effettuata all’inizio dello studio (T0) e dopo 3 mesi (T1), durante i quali i bambini affetti da EsA sono stati sottoposti a un percorso di training con l’utilizzo del software “Allenare le abilità visuo-spaziali”. Nel campione studiato a T0 i bambini emicranici mostrano una prestazione mediamente peggiore al Movement ABC rispetto ai soggetti di controllo; inoltre al T0, i soggetti affetti da EsA mostrano una prestazione significativamente peggiore alla prova di Coordina- zione Motoria del VMI rispetto ai controlli. Dopo 3 mesi di training visuo-spaziale i soggetti affetti da EsA mostrano un significativo miglioramento delle performances nelle prove al M-ABC oltreché un significativo miglioramento nella prestazione di integrazione visuo-motoria del VMI. Studi recenti hanno dimostrato la presenza di una compromissione nelle abilità fini-motoire dei bambini affetti da EsA, il nostro studio conferma la presenza di tali alterazioni e dimostra l’efficacia su di esse di un programma di training specifico, sottolineando l’efficacia dei software di nuova generazione nell’approccio abilitativo in età evolutiva.
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Adolescenti e tentato suicidio: una fotografia della casistica bresciana
L. Tagliavento*, I. Cocco*, V. Viganò*, Allievi Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile* ***, G. Allibrio**, S. Battaglia**, V. Famoso**, P. La Boria**, S. Spada**, E. Zanetti**, E. Fazzi* **
Il suicidio è una delle principali cause di morte nel mondo e una priorità nella sanità pubblica mondiale; nonostante questo, in letteratura i dati in merito riferiti ad adolescenti e bambini sono molto scarsi. Secondo i dati ISTAT pubblicati nel 2012 l’Italia si colloca tra i Paesi con i più bassi livelli di suicidalità sia a livello europeo che mondiale. In questo studio presentiamo un report descrittivo dei ricoveri per tentato suicidio nel periodo 2011-2014 presso il reparto di Neuropsichiatria Infantile degli Spedali Civili di Brescia. In totale sono stati presi in considerazione 43 ricoveri, di cui 7 avvenuti nel 2011 (8% sul totale di quelli per patologia psichiatrica), 5 nel 2012 (6%), 18 nel 2013 (16%) e 13 nel 2014 (12,4%). Il numero di ricoveri per tentato suicidio è notevolmente aumentato nel nostro campione, passando dal 7 al 13% dei ricoveri totali per motivi psichiatrici nel nostro reparto. L’età media al momento del ricovero si colloca nel nostro campione intorno ai 16 anni, con una prevalenza del genere femminile. 38 dei ricoveri esaminati (88,4%) hanno fatto seguito a un’ingestione incongrua di farmaci/sostanze chimiche, 4 (9%) a tentativi di defenestrazione o precipitazione (3 di sesso femminile e 1 di sesso maschile) e 1 (2%) a impiccagione (di sesso femminile). Nello studio sono presentate le caratteristiche cliniche ed epidemiologiche del campione.
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Disturbi del comportamento alimentare: esperienza multidisciplinare nel Day Hospital di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna
F. Rossi*, A. Parmeggiani* **, I. Cecconi*, M.S. Marino*, E. Lancianese*, A. Pognani*, F. Bruno*, M. Corbo*, F. Marri*, S. Ferri*, M. Santini*, S. Bigucci*, C. Montaruli*, R. Civico*, L. Giuffredi*, M. Zanetti*, T. Massa*, M. Farina*, L. Guerra*, C. La Monica*, L. Curti*, E. Aloisi*, M. Cicerone*, G. Nicoletti*, G. Favaro*, M. Govoni*, G. Giannini*, F. Battaglia*, A. Pellicciari* **, E. Di Pietro*, D. Corradetti*, E. Ricci*, L. Ferrari*, E. Franzoni* **
Lo studio descrive e valuta l’efficacia del trattamento multidisciplinare per i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) in regime di Day Hospital (DH) nella UO di Neuropsichiatria Infantile, Centro Regionale per i DCA in età evolutiva, del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. Il DH, attivo da 15 anni, accoglie pazienti di età compresa tra i 18 e i 24 anni che provengono da tutto il territorio nazionale. L’obiettivo principale del servizio è quello di offrire al paziente con DCA un’attività multidisciplinare clinica, psicologica, psiconutrizionale e riabilitativa in linea con le linee guida nazionali per il trattamento dei DCA. Il DH permette al paziente, con il rientro al domicilio durante le ore serali e il fine settimana, di mantenere le relazioni sociali, gli interessi personali e una maggiore autonomia rispetto al ricovero ordinario, di sperimentare nella vita quotidiana le nuove competenze acquisite durante il trattamento e rappresenta, inoltre, un risparmio economico per il Servizio Sanitario. Il campione del presente studio, composto da 100 pazienti, è stato sottoposto a un assessment, in fase di entrata e dimissione dal DH, composto da questionari self-report che valutano i sintomi tipici dei DCA e la psicopatologia a essi associata. I risultati ottenuti mostrano come il trattamento multidisciplinare in DH sia efficace nel ridurre la severità dei sintomi più caratteristici e generali associati ai DCA e de- termini un progressivo aumento del benessere generale percepito, come dimostra la diminuzione statisticamente significativa dei punteggi medi delle scale principali dei questionari psicometrici utilizzati. Il DH, inoltre, rappresenta strumento utile da porsi in alternativa all’ospedalizzazione con ricovero ordinario e al trattamento ambulatoriale per la cura dei DCA.
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I disturbi alimentari in età evolutiva: approccio diagnostico e strategie operative di intervento in neuropsichiatria infantile. Studio osservazionale di una popolazione campana
F. Salerno, G. Catone, A. Maiorano, S. Mobilia, M.P. Riccio, S. Pisano, A. Franzese, A. Gritti 4
Il seguente lavoro si propone di evidenziare la frequenza e la rilevanza dei disturbi della condotta alimentare in età evolutiva attraverso un’analisi descrittiva di sog- getti afferiti presso il servizio di Neuropsichiatria Infantile della Seconda Università degli Studi di Napoli, nell’arco di tempo di un anno. Lo studio si propone inoltre di descrivere ed analizzare un esempio di modello diagnostico e di trattamento e di delineare eventuali fattori di gravità che debbano richiedere il ricovero in strutture di lunga degenza. Ciò che emerge è innanzi tutto la necessità di affinare strumenti diagnostici per l’età evolutiva, al momento carenti. Emerge inoltre la necessità di migliorare i percorsi di follow-up a lungo termine e di trattamento mediante la creazione di strutture territoriali dove venga effettuata una presa in carico multidiscilplinare (pediatra, neuropsichiatra infantile, psicologo, educatore, dietista) e una differenziazione degli interventi.
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Trattamento profilattico della Cefalea Tensiva Episodica Frequente in età evolutiva: efficacia del complesso nutraceutico Griffonia simplicifolia/Magnesio
M. Carotenuto*, M.R. Barillari ***, U. Barillari**, F. Precenzano*, V. Lanzara*, M. Esposito*
Background. La cefalea tensiva è un’algia di tipo gravativo-costrittivo, di intensità medio moderata, frequentemente bilaterale, di durata variabile da pochi minuti a diversi giorni, talvolta associata a fotofobia o fonofobia, osmofobia la cefalea tensiva episodica è stata ulteriormente suddivisa in due sottotipi: infrequente e frequente. Non esistono terapie codificate per tale forma di cefalea pediatrica. Scopo dello studio è verificare l’efficacia e sicurezza di un composto nutraceutico a base di griffonia simplicifolia/magnesio nella terapia preventiva in una popola- zione pediatrica di soggetti affetti da cefalea tensiva episodica di tipo frequente (FETTH). Metodi. 79 bambini (38 M, età media 9,24 ± 2,07 anni) affetti da FETTH sono stati sottoposti a un trattamento profilattico con il complesso nutraceutico griffonia simplicifolia/magnesio per via orale due volte al giorno per 3 mesi, l’efficacia del trattamento è stata stimata con il confronto della frequenza e intensità degli attacchi prima e dopo tale trattamento. Risultati. A T0, la frequenza media al mese era pari a 6,81 attacchi (SD ± 1,98) e al T1 era 1,25 (SD ± 0,93) (F = 510,35, p minore di 0,001), con una media frequen- za percentuale delta era 86,04 (SD ± 15.73) a T1. Conclusioni. Pertanto il presente studio si propone come studio preliminare sulla efficacia di tale complesso nella forma di cefalea tensiva definita come episodica frequente.
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Le emergenze psichiatriche nei bambini e negli adolescenti: Come aiutare I ragazzi a superare le crisi
Fadi Haddad, Ruth Gerson
Per salute neuropsichica in età evolutiva si intende il raggiungimento di livelli di sviluppo cognitivo, emotivo e sociale che permettano al bambino e l’adolescente di sviluppare capacità d’interazione ambientale e sociale adeguate all’età. Costituiscono parte integrante della salute neuropsichica del bambino e dell’adolescente, un’a- deguata qualità della vita, la capacità di un buon funzionamento globale a casa, a scuola e nella Comunità, l’assenza di sintomi disabilitanti di psicopatologia.
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