In Memoriam
Prof. Alessandro Zuddas: in memoriam

Con immenso dolore, a nome del Consiglio Direttivo della SINPIA , di tutti i soci e mia personale, condivido la tragica notizia dell’improvvisa e prematura scomparsa del Prof. Alessandro Zuddas, Vicepresidente della nostra Società. Il professor Zuddas è stato neuropsichiatra infantile competente e appassionato, clinico, docente universitario e ricercatore di fama nazionale ed internazionale ,un punto di riferimento per tutti noi, dai più giovani ai più anziani. Abbiamo camminato con lui tanti anni , impegnati a portare avanti i valori in cui crediamo dal punto di vista clinico, scientifico, culturale ed umano. La sua perdita improvvisa ci priva di un amico e collega carissimo, benvoluto ed amato da tutti, anche da coloro che potevano professionalmente avere idee diverse,riconosciuto in modo unanime per la sua leale schiettezza, per il suo pensiero appassionato, per la sua disponibilità costante, per le sue notevoli competenze scientifiche e culturali. Oltre all’amico ci lascia un punto di riferimento della Neuropsichiatria infantile di oggi e di domani, la cui perdita sarà incolmabile. Assumendo insieme la responsabilità della SINPIA ci eravamo ripromessi di intraprendere tanti progetti e tante battaglie che stavamo portando avanti in armonia rara, nella dialettica e nella condivisione leale che fanno crescere le “cose”, le istituzioni, le persone. La sua scomparsa lascia un vuoto immenso, un cratere che oggi non vediamo colmabile. Cercheremo di prenderne il testimone e di portarne avanti al meglio gli ideali e gli insegnamenti. A nome di tutti i neuropsichiatri infantili italiani ed a nome mio personale rivolgo ad Alessandro il nostro saluto pieno di lacrime , ma anche di riconoscenza ed affetto ed alla moglie, ai figli ed ai familiari tutti un corale , commosso sincero abbraccio. Il ricordo di Alessandro Zuddas vivrà nella Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Elisa Fazzi
Presidente SINPIA
10 luglio 2022
Con profondo dolore e sgomento è giunta la triste notizia dell’improvvisa scomparsa del Prof. Alessandro Zuddas, professore ordinario di neuropsichiatri infantile dell’ università di Cagliari, il nostro vicepresidente.
Alessandro, persona di rare qualità umane e professionali, si è spento improvvisamente ieri, 9 Luglio.
La comunità scientifica perde un neuropsichiatra infantile, un ricercatore e un docente di elevato spessore.
Il rigore scientifico lo ha sempre contraddistinto, fatto di metodo, dedizione e continuo aggiornamento. La psichiatria dell’età evolutiva e la psicofarmacologia sono le aeree in cui restano visibili a tutti i suoi contributi clinici e scientifici; di notevole valore ed impatto nazionale ed internazionale.
Alessandro non era solo un profondo conoscitore della nostra disciplina, era un vero appassionato. Sempre vicino alle esigenze dei pazienti e delle loro famiglie, sempre pronto a combattere per le problematiche assistenziali, scientifiche e organizzative della neuropsichiatria infantile e dei colleghi, affinché fossero comprese e condivise da tutti.
Affascinava con le sue brillanti lezioni e le sue relazioni, ma anche con al sua profonda cultura e signorilità.
A tutti noi mancheranno i suoi consigli, la grinta e la passione che riusciva a trasmettere.
Oggi ci sentiamo tutti più poveri e più soli. Non ci resta che fare tesoro dei suoi insegnamenti.
La Sezione di Psichiatria dell’età evolutiva della SINPIA esprime la sua affettuosa partecipazione al dolore della moglie Manuela, dei figli, dei colleghi della clinica di neuropsichiatria infantile di Cagliari e degli amici più cari.
L’ultimo saluto sarà domani, lunedì 11 luglio, alle ore 16 presso la chiesa di Sant ‘Anna a Cagliari.
Il comitato scientifico della sezione di Psichiatria
La prematura scomparsa del prof. Alessandro Zuddas, prof. Ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso l’Università degli Studi di Cagliari, lascia un vuoto incolmabile nel cuore di tutti i colleghi e nella disciplina che nel corso della sua carriera aveva contribuito con rigore ed intensa attività scientifica ad arricchire e sviluppare.
Il Prof. Alessandro Zuddas si era laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Cagliari ove aveva conseguito la specializzazioni in Neurologia e Farmacologia e poi in Neuropsichiatria Infantile.
Aveva iniziato la sua carriera universitaria presso l’Istituto di Farmacologia di Pisa nel 1990 e dal 1996 si era spostato presso la Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Cagliari. Professore associato della disciplina dal 2001, aveva conseguito il ruolo di professore ordinario nell’anno accademico 2015.
Ha sposato Manuela Pintor, collega specialista in Neuropsichiatra Infantile, e da allora sua compagna di vita, mentre si trovavano a Bethesda per le loro attività di ricerca.
I disturbi del neurosviluppo e la psicofarmacologia dell’infanzia e dell’adolescenza sono stati il suo campo di ricerca. Certamente studenti e colleghi ricorderanno le sue splendide lezioni di psicofarmacologia del bambino e dell’adolescente, l’estremo rigore metodologico delle sue analisi della letteratura e la qualità della sua produzione scientifica. Con il suo intenso lavoro ha definito in pochi anni, in modo originale e rigoroso, i criteri ed i limiti dell’approccio farmacologico ai disturbi psichiatrici del bambino e dell’adolescente. La sua autorevolezza scientifica ha consentito la nascita di una psicofarmacologia dell’età evolutiva in Italia, costituendo un riferimento costante per gli specialisti italiani nell’arco degli ultimi 20 anni.
Numerose le pubblicazioni scientifiche su prestigiose riviste internazionali ed importante in particolare il contributo al trattamento farmacologico di ADHD e depressione infantile.
Il Prof. Zuddas ha rappresento la neuropsichiatria infantile italiana nel contesto internazionale quale chair of the Child and Adolescent Neuropsychopharmacology Society. Ha inoltre rivestito numerosi incarichi all’interno della Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile e della commissione ministeriale per la salute mentale del bambino e dell’adolescente.
Privati ora ingiustamente di anni importanti per la piena realizzazione dei suoi progetti, ricordiamo l’attenzione che Alessandro riservava ai giovani medici, il suo impegno costante nel migliorare l’offerta formativa della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile e l’incrollabile attenzione al merito che ha sempre caratterizzato la sua condotta. Simpatia, franchezza e sottile ironia sono stati tratti del suo carattere sempre espressi combinando la sua cultura ed esperienza internazionale con il forte attaccamento alla sua terra di Sardegna
Alla famiglia ed ai figli le nostre più sentite condoglianze.
Il collegio del docenti italiani di neuropsichiatria infantile.
Catania 11/07/2022
Dear Elisa Fazzi Presidente SINPIA, dear Italian colleagues
On behalf of myself and the ESCAP board members please accept our sincere and deep condolences for the unexpected loss of the professor Alessandro Zuddas.
Alessandro was one of the most distinguished colleagues of our European CAP community. He was very close to ESCAP activities, continuously collaborative and supportive and his contribution to European CAP field is highly acknowledged and appreciated it.
In his memory there will be an obituary to the next ECAP issue.
Dear Elisa
please extend our condolences to his family and his professional team in the Child & Adolescent Neuropsychiatry Unit at the Cagliari University Hospital
We will miss him
Kind regards
Dimitris Anagnostopoulos
President of ESCAP
I medici neuropsichiatri infantili dell’U.O.C. di Neuropsichiatria Infantile – Università degli Studi di Bari unitamente esprimono oggi tutto lo sgomento per la improvvisa e prematura perdita del prof. Alessandro Zuddas. Inevitabile pensare alla grande perdita umana, culturale e scientifica per la nostra disciplina e ripensare ai tanti momenti di scambio, di condivisione e di confronto che hanno da lunghi anni accompagnato il nostro rapporto con lui. Il prof. Zuddas è riuscito con la sua grande competenza, il suo rigore, la sua passione per la disciplina della neuropsichiatria infantile a diventare per chiunque l’abbia conosciuto punto di riferimento insostituibile, sia in ambito clinico sia in ambito scientifico. La sua necessità di promuovere attivamente cambiamenti culturali significativi, unita alla precisione del rigore metodologico, sono stati la cifra distintiva che gli ha consentito di essere per l’intera comunità scientifica un’eccellenza insostituibile, oltre che una voce autorevole a più livelli istituzionali. Ma a rendere grande il professionista è stata soprattutto la grandezza umana: il rispetto, l’eleganza, i valori umani, l’attenzione ai giovani, la cultura trasversale, la capacità di osservare e guardare oltre, l’apertura al dialogo e la capacità di esprimere opinioni sempre libere e rispettose della pluralità.
Ci lascia una grande e profonda eredità che ci auguriamo tutti insieme, ciascuno per una piccola parte, di riuscire a interiorizzare, coltivare e tramandare.
Lucia Margari e tutta l’equipe della U.O.C. di Neuropsichiatria Infantile Universitaria di Bari
Caro Prof,
ecco che di nuovo ci ha sorpreso e ci ha colto impreparati, nonostante stavolta la lezione non fosse sui D2 bloccanti. Oggi ci siamo tutti, siamo tutti “connessi” e, Lei non ci crederà, persino puntuali. Anche stavolta di lunedì per il consueto nostro appuntamento. Abbiamo perso un direttore, un maestro e un padre. Il Professor Zuddas è stato un professore colto, appassionato, brillante e travolgente. Solide sono state la sua forza morale e la sua onestà intellettuale. Ispirava il rispetto e la fiducia che si danno a chi ha sempre lavorato seriamente e duramente, senza scorciatoie, senza servilismi o piaggerie. Ci ha dato testimonianza di una ricerca condotta in maniera rigorosa, incondizionata, critica e motivata dal rispondere ai bisogni reali dei pazienti. Non ha mai nascosto il suo amore per noi specializzandi. Fin dal primo giorno ci ha accolto con sincera curiosità e con interesse per le nostre storie e attitudini. Come Professore si è sempre posto come primo compito quello di farci sbocciare, come dei fiori, ognuno con la propria sfumatura di colore, che Lei ci ha sempre incoraggiato a difendere. Guardi che ricco e variegato giardino c’è oggi qui per Lei! Grazie Prof per gli insegnamenti generosi, per averci ispirato, per aver acceso la fiamma della nostra conoscenza, per averci fatto incuriosire e appassionare. In questi anni, ci ha spronato sempre a perseguire le nostre idee, a trovare soluzioni invece che problemi, a sfidare le certezze proprie ed altrui, e a trovare il coraggio di contraddirla quando necessario. “Allora, siete sopravvissuti?” non dimenticava mai di chiedere una volta superate le intemperie. Grazie per aver reso semplice il complesso e complesso il semplice. Ci ha insegnato a leggere da più prospettive e con vigile spirito critico. Nonostante la sua indiscussa grandezza, si è sempre posto affianco a noi e mai al di sopra, perché per Lei il confronto era così importante da annullare ogni tipo di gerarchia con noi e con i suoi pazienti. Ci ha accompagnato innanzi a tante porte importanti, eccetto quelle del reparto. Quelle no, a quelle dovevamo accompagnarla sempre noi perché non aveva mai con sé il badge. Grazie per averci mostrato la strada di questo difficile mestiere e averci insegnato come scegliere la nostra. È stato per noi Luce che ha illuminato i nostri percorsi di crescita professionale e personale, un faro per chi di noi è approdato su quest’isola arrivando anche da lontano, e che qui ha mosso i primi passi da medico. Ci ha insegnato a credere che avremmo potuto fare qualsiasi cosa volessimo. Ora tutto questo ci sembra più difficile, perché ci manca l’ala sotto la quale sentirci al sicuro prima di imparare a volare da soli. Arrivederci Prof, Vogliamo ricordarla come quel giorno di un mese fa al congresso, circondato da nuovi e vecchi specializzandi, provenienti da tutta Italia, orgoglioso come un padre ed entusiasta come un bambino. Non potremo mai dimenticarla, ricordandoci sempre che…”siamo fatti per fare le cose che ci piacciono”. I suoi specializzandi, rigorosamente firmati in basso e a sinistra.
Mi ha colpito la reazione. Lo sgomento, l’incredulità alla notizia della morte del Prof. Zuddas. Il non volerci credere, e il non volersi quasi rassegnare neanche dopo aver fugato ogni dubbio. La reazione, sì. Al singolare. Perché è stata all’unisono. E non è tanto il pianto, comune ai più, di tutte le voci spezzate che ho avuto modo di sentire, quanto l’intensità del dolore, della mancanza. Sinceri. La consapevolezza di tutti di aver perso una persona speciale, seguita dalla domanda spontanea “e adesso come si fa? Adesso come facciamo noi senza di lui?”. Sì perché diciamolo, alcune persone sono davvero speciali, uniche, insostituibili, e pace per tutti noi altri comuni mortali che camminiamo leggeri su questa terra. Il Prof. Zuddas, Sandro, era un uomo davvero speciale. Non solo un luminare nel suo campo che ha contribuito alla ricerca mondiale come pochi altri nella sua materia, dando lustro e prestigio all’università di Cagliari, ma anche un trascinatore. E un vero maestro. Con la sua sconfinata passione e col suo ostinato entusiasmo ha formato tantissime generazioni di psichiatri dell’infanzia, che ora grazie a lui sono un’eccellenza non solo a livello regionale e nazionale, ma anche a livello internazionale. Perché la sua eredità è già tangibile da diverso tempo. Certo, parliamoci chiaro: sostituire lui sarà impossibile. Nessuno ci pensa proprio. Persone come lui ne nascono raramente, e la sua preparazione, la sua sconfinata cultura e conoscenza della materia, le sue intuizioni, non saranno comuni a nessun altro. Ma la sua eredità si vede già da tempo, e ciò che ha seminato con cura e dedizione continuerà a crescere e dare i suoi frutti. Impensabile che a breve la clinica di neuropsichiatria infantile di Cagliari non porti il suo nome. Per sempre.
Nel frattempo lui, per come ho avuto modo di conoscerlo io, alla mano, sorridente, disponibile, sarà incasinato da qualche parte a scusarsi se se n’è andato troppo presto, che non voleva, ma aveva mille cose per la testa, progetti da inventare, amici e colleghi da sentire, cene da cucinare, opere da guardare, aerei da prendere, studenti da interrogare, farmaci da sperimentare, whisky giapponesi da assaggiare, convegni da organizzare, problemi da risolvere, allievi da confortare, e poi sì, in fondo in fondo oggi voleva solo godersi un po’ il nostro splendido mare.
E allora buon mare Sandro, che il viaggio sia buono. Ah, ci mancherai, sappilo. Grazie di tutto.
I medici della clinica Cagliari
Dear Elisa Fazzi, President of SINPIA,
Dear Italian colleagues,
We are deeply saddened by the sudden passing of Professor Alessandro Zuddas. On behalf of myself as well as the ESCAP board members, please accept our sincere and deep condolences.
Alessandro was one of the most distinguished colleagues of our European CAP Community. He was very close to ESCAP activities, continuously collaborative and supportive and his contribution to European CAP field is highly acknowledged and greatly appreciated.
In his memory there will be an obituary in the next ECAP issue.
Dear Elisa,
may I ask you to please also extend our condolences to his family and his professional team at the Child & Adolescent Neuropsychiatry Unit at the Cagliari University Hospital.
Our thoughts are with his family and friends.
We will miss him and he will always be remembered.
Kind regards
Dimitris Anagnostopoulos
President of ESCAP
Eccoci qui, Alessandro, tutti intorno a te. Sembra l’ennesimo convegno da te organizzato. Come sempre molto partecipato. Come sempre molto coinvolgente. E tu, pur incredibilmente immobile, ancora una volta, sei la presenza più “forte”.
Le tante persone che in questi giorni hanno scritto o parlato di te, hanno testimoniato, spontaneamente e giustamente, il tuo immenso valore. Ma c’è di più. C’è che questo valore lo hai messo a disposizione di tutti, senza risparmio, senza intervalli, senza tenere nulla per te.
Perché tu sei stato un condottiero. E non tutti gli uomini di valore sono anche dei condottieri. Non tutti sanno stare al timone con sicurezza e sapendo sempre cosa fare. Con ogni tipo di mare, in ogni condizione atmosferica.
Per questo nessuno di noi è preparato, adesso, a fare a meno della tua guida. E non parlo solo di noi, qui in Sardegna. Parlo di tutta la neuropsichiatria infantile italiana, dai giovani colleghi a quelli della mia generazione. Parlo dei pazienti e dei loro genitori. Parlo degli accademici e della gente comune.
Chi di voi non ha detto, tante volte…. chiediamo ad Alessandro, parliamone con Alessandro… hai sentito Alessandro? Non c’era cosa per la quale non sentissimo il bisogno di avere la tua guida. E sottolineo: Il bisogno!
E ciò accadeva anche tra i colleghi dei board internazionali, che hanno cominciato a tenere in grande considerazione la Neuropsichiatria infantile italiana da quando la identificavano con te. Ecco perché nessuno di noi aveva messo, neanche lontanamente in conto, l’eventualità che tu ci lasciassi. Davamo tutti per scontato che tu saresti invecchiato gradualmente, organizzando l’ultimo meeting da professore emerito a 90 anni, con il tuo spettacolare cervello forse un po’ appannato e la tua energia forse di un pizzico ridotta… ma sempre li… a dettare la direzione. Non era previsto perderti adesso … con tanti cantieri aperti, con tanti mari da conquistare, con tante vette da raggiungere. Adesso è inaccettabile per tutti.
A questo punto, la retorica vorrebbe che io dicessi qualcosa come… sono certa che grazie a quello che ci hai insegnato porteremo avanti i tuoi progetti … o …ti promettiamo che nulla di ciò che hai creato andrà sprecato. Se volete lo dico. Ma non ci credo. So che ci proveremo. Ma so anche che non riusciremo a realizzare tutto ciò che avremmo realizzato se tu fossi rimasto qui.
A questo punto, non ci rimane che fare due cose.
La prima è farti una promessa. Proveremo a camminare nel solco che hai tracciato, continuando l’opera rinnovatrice ed edificante della neuropsichiatria infantile italiana, con tutte le nostre forze e fino all’ultimo giorno di vita, come hai fatto tu. Riconosceremo sempre che, come molti hanno detto in questi giorni, tu hai cambiato la storia della neuropsichiatria infantile italiana. Hai fatto sì che la psichiatria dell’età evolutiva acquisisse la dimensione di “scienza”. E non è poco. Ma gli ultimi capitoli di questa storia, sebbene tu li avessi già progettati, non sono ancora stati scritti.
Ed è per questo che nessuno di noi può tirarsi indietro, adesso. Per rispetto a te, che l’opera l’hai iniziata e portata a buon punto. Per rispetto dei Neuropsichiatri infantili in formazione, che tu hai sempre difeso. Per rispetto, soprattutto, dei tanti, troppi, bambini e ragazzi che a noi si rivolgono per avere aiuto.
La seconda, e ultima cosa da fare è dirti GRAZIE.
E lo faccio prima di tutto a titolo personale. Io devo soprattutto ad Alessandro Zuddas quello che la mia vita professionale mi ha concesso. E dopo tanti anni di collaborazione a distanza, quattro anni fa, ho avuto il grande privilegio e la grande opportunità, di essere chiamata a lavorare qui a Cagliari, accanto lui. Ma GRAZIE devo dirlo soprattutto a nome dei tantissimi colleghi che in questi giorni mi hanno chiamata o mi hanno scritto per raccomandarmi di manifestare il loro pensiero e il loro affetto… Tutta la comunità scientifica italiana, i genitori dei pazienti, le associazioni, tutti, ma proprio tutti stanno dicendo grazie. Immaginatelo proprio così: un grande coro di grazie che si solleva all’unisono.
L’elenco delle cose per cui ringraziarti sarebbe, ovviamente, troppo lungo. Così ne scelgo una sola. GRAZIE per quello che ci hai trasmesso. Che è molto di più dell’immensa mole di conoscenze che possedevi (quelle sicuramente non siamo riusciti a recepirle tutte). Ciò che ci hai davvero trasmesso è un modello mentale, un modo di approcciare lo studio, il lavoro, la didattica, la “care” dei pazienti.
Il rigore, l’onestà intellettuale, le capacità critiche, la grande creatività e l’entusiasmo che regolavano ogni tua attività… ecco il modello che ci hai trasmesso!
E da te, magister, tutti abbiamo imparato.
Antonella Gagliano
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, dott.ssa Carla Garlatti, la dirigente e l’intero staff si uniscono al dolore per l’improvvisa e prematura scomparsa del Prof. Zuddas di cui ricordano l’importante contributo offerto, con passione e competenza, nell’ambito del Comitato scientifico per la ricerca sugli effetti della pandemia sulla salute mentale di bambini e ragazzi.
Alla famiglia e a tutti colleghi della Sinpia giungano le più sentite condoglianze e la nostra sincera vicinanza in questo triste momento.
Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza
In ricordo del Professor Alessandro Zuddas
L’Associazione Italiana Famiglie ADHD è profondamente addolorata per la prematura scomparsa del Professor Alessandro Zuddas.
Il Professor Zuddas lascia un grandissimo vuoto nel panorama italiano della neuropsichiatria infantile e della neuropsicofarmacologia. Fin dagli anni ‘90 il Professor Alessandro Zuddas è stato tra i primi medici in Italia ad occuparsi di ADHD, quando il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività in Italia era praticamente sconosciuto.
Già prima della costituzione di AIFA Onlus, avvenuta nel 2002, alcune delle famiglie fondatrici dell’Associazione trovarono in lui un solido punto di riferimento, per la diagnosi e per la terapia. Il Professor Zuddas, con un talento naturale nel conquistare l’alleanza terapeutica con bambini e adolescenti, negli anni ha aiutato numerosissime famiglie nel percorso di diagnosi e cura dei figli con ADHD. Inoltre, il Professor Zuddas ha sostenuto, soprattutto negli anni più difficili, AIFA Onlus collaborando attivamente nell’opera di informazione evidence based sull’ADHD.
L’Associazione Italiana Famiglie ADHD sarà sempre grata al Professor Alessandro Zuddas e si stringe in un caloroso abbraccio attorno alla famiglia.
Patrizia Stacconi, Presidente AIFA Onlus
We are shocked and deeply saddened by the sudden death of Alessandro Zuddas, our much loved and respected friend and colleague. This is shocking news for all of us, and our thoughts are with his family at this incredibly sad time.
Alessandro’s unique contribution to the field of child and adolescent psychiatry is outstanding. Alessandro was not just a great, wise and very cooperative colleague and important collaborator in so many contexts, such as several EU projects, the European Network on Hyperkinetic Disorders (Eunethdis) Network, the Eunethydis ADHD Guideline Group (EAGG), the European College of Neuropsychopharmacology networks (ECNP), the ECNP Venice training school, and many more, Alessandro was also a great teacher and a close friend for all of us, an extraordinary wonderful person of deep humanity. He has changed the lives of generations of trainees and students that he inspired and supported – both in Italy and through his dedication to Eunethydis, EAGG, and ECNP.
We are thankful to have had the opportunity to know him as a very generous person to enjoy his company and wisdom. It has been an honour for all of us to work with Alessandro and to get to know him also as the great, unique and irreplaceable person he was. He was for many of us one of the best and most supportive colleagues we ever had. His untimely death leaves a great gap and it will take time for us to appreciate its depth and breadth.
Alessandro lives on in all our memories as an extremely gentle, generous, wise, empathetic, kind, and wonderful person, friend, mentor and leader. He will always be remembered and deeply missed. Our hearts and thoughts and all our heartfelt sympathy are with his wife Manuela and his children, Andrea and Chiara, and his many friends.
European Network on Hyperkinetic Disorders (EUNETHYDIS)
EUNETHYDIS ADHD Guidelines Group
ECNP Child & Adolescent Neuropsychopharmacology Network
I colleghi e le colleghe di European Network on Hyperkinetic Disorders (EUNETHYDIS) EUNETHYDIS ADHD Guidelines Group ECNP Child & Adolescent Neuropsychopharmacology Network
Il nove luglio è improvvisamente mancato il professor Alessandro Zuddas, punto di riferimento di valore assoluto, indiscutibile, cristallino della neuropsichiatria italiana e internazionale. Ci ha lasciati con la velocità e la forza sconvolgente di un fulmine, proprio come saettante e in qualche modo sconvolgente era la sua intelligenza, la sua capacità di dare luce e chiarezza improvvisa alla complessità della sua materia. Come hanno voluto ricordare i suoi pazienti e i loro genitori appena saputo della gravissima perdita subita, il prof Alessandro Zuddas era un talento naturale: non solo nel suo agire da scienziato e innovatore coraggioso ma più ancora nel saper conquistare con empatica naturalezza la alleanza terapeutica dei bambini e degli adolescenti cui prestava le sue cure. Direttore della Clinica di Neuropsichiatria Infantile e della Scuola di Specialità in Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Cagliari ha dedicato la sua vita di ricercatore e di clinico alla neurobiologia, alla patologia del neurosviluppo e alla psicofarmacologia (innumerevoli sono gli studi e i progetti di ricerca italiani ed europei che ha coordinato e portato a termine in questi ambiti), dando un contributo sontuoso, unico ed essenziale, alla conoscenza e alla definizione delle cure dell’ADHD. Per noi di Medico e Bambino, per noi dei Confronti in Pediatria come per tutti i Pediatri protesi a far sempre meglio, Alessandro Zuddas è stato un punto di riferimento, una voce amica, calda e credibile, di cui non sappiamo proprio come si potrà fare a meno. Sentiamo ora più forte che mai, nelle orecchie e nel cuore, la sua voce, la sua passione, la sua incorruttibile bravura e anche la sua simpatia e il suo calore umano. E, affranti, più di sempre capiamo che avremmo bisogno di sentirla ancora e ancora.
Non è facile fare i conti con la realtà. Alessandro Zuddas, la Persona e tutto quello che rappresenta per tanti, non è più con noi. Quando il suono del telefono cellulare, di sabato pomeriggio, ti avvisa che c’è qualcosa da leggere, speri sempre sia una buona notizia ma metti comunque in conto, se hai delle responsabilità e una “reperibilità di fatto”, che qualcosa possa essere accaduto. Leggere: “Francesco, hai saputo di Sandro Zuddas?” ha suscitato in me un istinto immediato nel rispondere “Cosa è successo?”, ma con dentro una quasi certezza di sapere quale sarebbe stata la risposta che mai avrei voluto leggere. Ho subito chiamato il mio amico Giorgio per sapere se quello che mi era arrivata come notizia, da un’amica non dell’ambito di Medicina, avesse un fondamento. Purtroppo, lo aveva.
Proprio al mattino, esattamente alle 7.47, avevo risposto ad un messaggio di posta elettronica di Sandro: una sua bella lettera inviatami il giorno prima, che conserverò per sempre. Avremmo dovuto vederci presto. Non sta a me raccontare il percorso scientifico di Sandro che ho conosciuto da non molto. La nostra conoscenza è iniziata qualche anno fa, muovendo da un ragionamento scientifico di incontro tra le nostre discipline. Ma non è sufficiente per raccontare la sua storia. Lo farà qualcun altro. Da Rettore posso solo ricordare la Persona per come l’ho conosciuta e per come la ricorderò. Il suo entusiasmo, il suo amore per il lavoro, i pazienti, la ricerca, l’impegno civile.
Ieri sera più volte ho controllato la posta in entrata. Forse con la speranza di avere una risposta ulteriore da Sandro. Non saprò mai se Sandro ha letto la mia email. Spero proprio di sì. Rimane un vuoto. La mia vicinanza alla famiglia, quella di tutto il nostro Ateneo, è forte. Ma come Rettore sento di avere una responsabilità per la scuola che Sandro ha costruito. Solo chi fa il nostro lavoro sa che in una scuola un maestro non è solo un maestro di conoscenza, spesso è un maestro di vita, un fratello maggiore, un amico fraterno. Ma una scuola significa anche Persone, sapere, conoscenza, patrimonio. È mio dovere fare in modo che questo patrimonio non sia lasciato in stato di abbandono e che quello che Sandro ha fatto continui. Le sensibilità di Senato e CDA, che ben conosco, si adopereranno presto per garantire che quello che è stato costruito con tanto amore possa continuare.
Ciao, Sandro. Grazie per aver contribuito alla nostra crescita. La tua Scuola e la tua Storia andranno avanti.
Francesco Mola, Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari
La perdita improvvisa e inaspettata di Alessandro ha provocato, e non solo in me, una grande tristezza e la percezione di un vuoto incolmabile! Il mio ricordo di Alessandro nasce da quando, ancora studente, venne a chiedere la tesi di laurea in Medicina, anche lui, come tanti di noi, attratto dallo studio delle neuroscienze e da figure del calibro di Gian Luigi Gessa. Quel momento fu solo l’inizio di una amicizia e di una complicità continua nel tempo e interrotta bruscamente nella giornata di ieri. Da quando Alessandro decise di investire il suo tempo, la sua intelligenza, la sua energia e la sua determinazione nel campo di ricerca delle neuroscienze è stato protagonista di uno scambio di conoscenze legate al neurosviluppo, di cui è stato fino a ieri uno degli esperti internazionali più rispettato.
Cosa dire dell’amore verso la neuropsichiatria infantile che ho visto crescere di giorno in giorno fino a diventare il suo ambito preferito di ricerca ma anche di “battaglia”? Eh, si, perché Alessandro soffriva della noncuranza con cui chi di dovere avrebbe dovuto occuparsi della sofferenza dei disturbi psichici infantili e adolescenziali!
Torna alla mente il ricordo del suo dispiacere nel constatare una mancata attenzione verso i bisogni di salute mentale di una fascia importante, ma spesso dimenticata, della nostra popolazione giovanile. Ma lui non ha mai mollato e ha sempre richiamato le necessità e le esigenze della neuropsichiatria infantile in Sardegna, sostenuto da tanti colleghi con i quali aveva stabilito rapporti di stima e di collaborazione. E cosa dire della determinazione con la quale ha sostenuto la Scuola di Specializzazione, contribuendo così a formare generazioni di neuropsichiatri infantili di livello e preparati?
Non posso non ricordare il periodo “americano” di Alessandro! Tanto restio inizialmente a partire per Bethesda, quanto poi innamorato di quella esperienza, condivisa da Manuela che proprio lì a Washington diventò sua moglie. E da qui grazie alle sue indubbie qualità di uomo di scienza nasce lo spessore internazionale di Alessandro, sempre più inserito nei progetti europei, nei board internazionali dedicati allo studio linee guida sul corretto uso di psicofarmaci nell’adolescenza o nelle reti internazionali di studio del neurosviluppo. E nel suo crescere di livello nel mondo internazionale della neuropsichiatria infantile è sempre stato orgoglioso della sua appartenenza a quel gruppo di studiosi cagliaritani delle neuroscienze che riconoscono come maestro Gian Luigi Gessa.
E uscendo dal mondo della ricerca biomedica, come non ricordare le lunghe chiacchierate sulla “bellezza” dell’arte contemporanea a Soho come ad Amsterdam e in altri musei che ho avuto la fortuna di visitare con lui! Alessandro era certo un uomo di scienza, ma soprattutto un uomo colto, con un amore per la letteratura come per la musica. Cosa dire della passione per le ricette culinarie di alta cucina! Non era solo appassionato, ma si dilettava a mettere in pratica questa sua passione per gli amici con esiti davvero gustosi.
Ci mancherai Alessandro, con la tua passione per la vita da vivere senza perdere un istante: sono sicura che i tuoi insegnamenti non verranno dimenticati, anzi saranno ancora di più uno stimolo per chi è rimasto. E a Manuela, Andrea e Chiara l’affetto dei tanti amici di Alessandro, che sono anche vostri: avrete il nostro affetto con la promessa che non sarete mai soli.
Maria Del Zompo, già docente di Farmacologia di UniCa
La Sezione Neurologica della SINPIA si unisce al dolore per l’improvvisa scomparsa di Alessandro il cui contributo di passione, intelligenza e disponibilità ha contribuito in modo così significativo alla crescita della nostra Società.
Un caldo abbraccio di tutti e mio personale alla sua famiglia ed a suoi affetti.
Nardo Nardocci
Ciao Alessandro!
Un colpo al cuore la telefonata di sabato nel primo pomeriggio che mi annunciava che Alessandro Zuddas non c’era più”
“Camminava in spiaggia” mi hanno detto…la sua spiaggia.
Alessandro era oggettivamente una bella persona, di quelle che rimangono scolpite nel cuore e nella mente. Intelligente, arguto, riusciva a intravedere strade percorribili dove altri invece si perdevano o si arrestavano.
Per la mia generazione di Neuropsichiatri Infantili che ci siamo caratterizzati maggiormente per aver approfondito la parte “psichiatrica” della nostra disciplina Alessandro, insieme a Gabriele Masi, ha rappresentato una guida, un baluardo al quale aggrapparsi, una speranza di crescita per il futuro.
Alessandro è stato un clinico, uno scienziato di uno spessore enorme e uno dei pochi in Italia nel campo della psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza con una reale caratura internazionale.
Rigoroso e metodico nella ricerca ma straordinariamente empatico con colleghi e pazienti riusciva a trasmettere amore e passione per tutte le tematiche del neurosviluppo e in particolare per la psicofarmacologia dell’età evolutiva.
Aveva incarichi in importanti società scientifiche internazionali e uno spessore e una visione dell’accademia futuristica, sganciata da vecchie dinamiche e rivolta ai giovani medici neuropsichiatri infantili.
L’ultima volta che ci siamo visti è stata qualche settimana fa a Roma, in occasione di un meeting scientifico dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici). Alla fine del congresso l’ho accompagnato in aeroporto, durante il tragitto era il solito Alessandro, pieno di progetti, suggerimenti e prospettive sul futuro.
Oggi mi sento più solo senza di lui e i suoi consigli, ma il pensiero corre alla sua famiglia, ai suoi affetti più cari e a tutte le persone che l’hanno amato e voluto bene.
Per quanto ci riguarda abbiamo la responsabilità e il dovere di continuare sulla strada tracciata da Alessandro: valori, verità e scienza i caposaldi frammisti a empatia umana e spirito di servizio nei confronti del paziente.
Un patrimonio che abbiamo il dovere di non disperdere nel ricordo di una grande medico che rimarrà per sempre nel cuore di tutti noi
Luigi Mazzone
Il saluto degli amici della Federico II
Caro Alessandro le tue doti avevano fatto si che eri riuscito in punta di piedi ad entrare in tutta la comunità della Federico II conciliando Neuropsichiatri Infantili, Psichiati e Pediatri, impresa già di se memorabile.
Mi sei stato vicino in tutti questi anni credendo nelle possibilità di costruire alla Federico II una buona scuola e mi hai dato la spinta indespensabile per creare le basi per questo. Ogni volta che avevo bisogno c’eri! Abbiamo condiviso tante scelte sempre in maniera convivale (il caffe al borgo marinaro a Napoli, il pranzo al tuo ristorantino a Cagliari). Riuscivi a rendere facile ogni cosa che agli occhi dei più era irrealizzabile e avevi la capacità di convincere che niente era impossibile. Mi mancherà la tua guida, la sicurezza che mi trasmettevi, i consigli sempre opportuni nel bene di tutti… oggi piango l’amico!
Lilla Bravaccio
Il prof Alessandro Zuddas ha per più di trent’anni rappresentato un riferimento nella neuropsichiatria italiana per le sue doti di innovatore, per la passione scientifica che traspariva dalla ricerca sul campo e o per la sua capacità di assumere con equilibrio posizioni che dettate dall’evidenze scientifiche erano comunque non sempre facili o comode e senza mai arretrare di fronte a difficolta di contesto o di maniera. Solido farmacologo e neuroscienziato oltre che neuropsichiatra ha creduto con rigore nelle possibilità delle terapie biologiche anche nell’infanzia e nell’adolescenza contro facili ideologie e mode dettate dal pregiudizio, ma sempre con misura e con straordinaria capacità critica non disgiunta da apertura di vedute per nuove possibilità terapeutiche e per l’inclusione di aspetti oltre la biologia.
Chi scrive lo ha per la prima volta conosciuto più di trent’anni fa giovane visiting fellow ai National Institutes of Health, apprezzandone sempre nel tempo la disponibilità umana, la curiosità intellettuale e l’impegno nelle scelte accademiche.
La disponibilità concreta e fattiva verso i colleghi e gli amici, il garbo dei modi e la capacità di essere presente con discrezione e in maniera incisiva nelle scelte condivise erano un tratto suo distintivo. Le persone possono andar via ma sono ancora con noi in modi diversi. Alessandro rimane con noi ed è stato per noi un onore conoscerlo e averlo come collega e amico.
Andrea De Bartolomeis
La improvvisa scomparsa di Alessandro Zuddas ha prodotto in molti di noi, non solo le persone a lui più vicine, ma anche le centinaia di Neuropsichiatri Infantili che hanno avuto occasione di conoscerlo, la sensazione quasi incredula dell’improvviso dissolversi di una parte della nostra vita, che ci accompagnava in modo quasi implicito. Ci conoscemmo una trentina di anni fa in un meeting ad Anversa, in cui casualmente eravamo stati invitati entrambi. Scambiammo le prime parole e capimmo, cosa rara all’epoca, che condividevamo la visione della psichiatria dell’età evolutiva che avremmo voluto. Fu quello il primo passo di quello che sarebbe stato un lungo percorso, sempre condiviso, professionale e di vita. Molte delle persone che mi hanno scritto in questi giorni per trasmettermi il loro dolore hanno sottolineato come le centinaia di attività di formazione, a volte insidiose o rischiose (soprattutto nei primi anni), che in questi decenni ci hanno visti insieme, non avrebbero avuto lo stesso valore se non si fosse percepita la sintonia e la complementarietà tra noi, a livello scientifico ed umano. Tutte le iniziative formative promosse anche grazie alla spinta di Alessandro a partire dagli anni Novanta per una psichiatria più laica, che non avesse paura di parlare di diagnosi cliniche o di trattamenti farmacologici (pensiamo al percorso dell’ADHD e dei suoi trattamenti, o le 18 edizioni del corso di farmacoterapia di Pisa come elementi di questa laicizzazione della psichiatria infantile italiana) hanno certamente modificato la interpretazione della disciplina in generazioni di Neuropsichiatri Infantili giovani e meno giovani. Ma hanno anche arricchito il nostro panorama culturale e scientifico, rendendolo in grado di parlare, a livello di ricerca e di pubblicazioni scientifiche, con il resto dell’Europa e del mondo, in un’epoca in cui questo accadeva in modo molto sporadico. Quello che poi Alessandro fino all’ultimo ha rappresentato nell’ambito degli organismi europei di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza costituisce lo sviluppo più compiuto di questo lungo percorso, e la dimostrazione più chiara del suo valore. Ma Alessandro non era solo il grande uomo di scienza ed il grande didatta che abbiamo conosciuto, era un uomo ricco di cultura, curioso ed onnivoro per ogni ambito della conoscenza, dalla letteratura alla musica, dall’arte alla storia, ma anche a vini e viaggi, desideroso di condividere la sua curiosità, dotto ma non pedante, stimolante e mai saccente o presuntuoso, rigoroso e tollerante nello stesso momento. Il suo rigore ed il suo rispetto per chi lo ascoltava lo portavano a mettere esattamente lo stesso puntiglio nel sistemare fino all’ultimo momento le sue presentazioni, sia che dovesse fare una relazione ad un congresso internazionale che prima di un seminario per insegnanti. Tutto questo era Alessandro, e chi lo ha conosciuto nella sua interezza, come certamente la sua famiglia ed i suoi amici più stretti, può sentire questa mancanza come una esperienza dolorosa di depersonalizzazione, ma anche, pian piano, come una esperienza di vita umana e professionale che inevitabilmente ci ha cambiati. In meglio.
Sono passate ormai due settimane dall’ improvvisa e straziante scomparsa del Prof. Alessandro Zuddas, ma, come credo molti di noi, faccio ancora fatica a capacitarmene. Immagini e parole di Alessandro continuano ad affiorare alla mente.
Ricordo in particolare il primo incontro con Alessandro. Era il 2005. All’ epoca stavo organizzando un convegno sull’ADHD a Verona, dove lavoravo come specializzando. Decisi di chiamare Alessandro, che non avevo mai incontrato personalmente, per invitarlo come relatore, in quanto ovviamente era l’autorità italiana (e non solo) in fatto di ADHD. Quando iniziai la conversazione con la frase standard “Buongiorno Professore, anzitutto, volevo ringraziarLa per..” Alessandro mi interruppe subito: ”Diamoci del tu, siamo colleghi…”. Questo era Alessandro; una persona straordinaria, con l’umiltà di chi non ha bisogno di ostentare la propria posizione professionale o le proprie conoscenze.
Pur risiedendo all’estero, ho avuto la fortuna e l’onore di lavorare a stretto contatto e frequentemente con Alessandro per quasi 15 anni, nell’ambito di vari network internazionali. Ricordo le molte ore spese insieme ad Alessandro e agli altri colleghi dell’ European ADHD Guidelines Group, per preparare revisioni sistematiche della letteratura, meta-analisi e raccomandazioni cliniche, condividendo fermamente la necessità di promuovere pratiche basate sull’evidenza empirica. O i molti convegni dell’ EUropean NETwork for Hyperkinetic DISorders (EUNETHYDIS), di cui Alessandro era uno di “pilastri” storici. E, nonostante i numerosissimi impegni a livello locale, nazionale, e internazionale, Alessandro c’era sempre. Sì, Alessandro era così, c’era sempre. Ricordo per esempio un corso sulle network meta-analisi a Oxford, cui Alessandro non solo aveva mandato “qualcuno dei suoi”…era in prima fila ad imparare con studenti e post-doc. Un network cui Alessandro era particolarmente affezionato era l’European College of Neuropsychopharmacology (ECNP) – child section, per conto del quale era responsabile dell’organizzazione del corso di formazione annuale, a Venezia, destinato ai giovani clinici o ricercatori nella nostra disciplina a livello europeo. E il motivo per cui Alessandro teneva molto a questo corso era appunto perché era destinato ai giovani. Alessandro amava stare con i giovani colleghi, di qualsiasi paese; gli piaceva ascoltarli, dar loro consigli, stare in contatto con loro anche dopo il corso, creare connessioni, opportunità, sfide. Aveva capito fin da subito che, senza valorizzare e supportare i giovani, non ci sarebbe stato un futuro solido por la nostra disciplina.
In tutti questi gruppi internazionali, Alessandro non era solo rispettato – era qualcosa che è
molto più difficile da conseguire, in ambienti accademici, che essere rispettati- era amato da tutti.
Quello che, da italiano all’ estero, ho forse potuto apprezzare maggiormente, rispetto a miei colleghi a livello internazionale, erano le “battaglie” che Alessando affrontava ogni giorno a livello locale per migliorare la presa in carico e aiutare i molti pazienti e le loro famiglie che afferivano al suo servizio. Non cedeva facilmente. Il frutto di queste battaglie non si vedeva in PubMed, nell’H-index o nelle conferenze internazionali…ma ha avuto un impatto positivo enorme per moltissimi pazienti e famiglie.
Così, Alessandro ci ha insegnato non solo la psicopatologia e psicofarmacologia dell’età evolutiva, ma anche e soprattutto a darci del tu come famiglia di NPI, valorizzando tutti, e in particolare i giovani, e ad avere una prospettiva internazionale, confrontandosi con differenti visioni, senza necessariamente accettare acriticamente, tutto quello che i colleghi all’estero ci propongono, come unico modo per crescere veramente dal punto professionale e, come ultimo fine, aiutare i nostri pazienti.
Ma Alessandro non era solo un clinico e accademico di alto profilo. Era anche una bella persona, genuina, con cui era molto piacevole stare. Ricordo, durante i vari congressi cui ho partecipato assieme ad Alessandro, quando (da sardo), spiegava a me (veneto) la storia e l’arte di Venezia, o i vini spagnoli, o le terme di Budapest, o i musei di New York, o, naturalmente, la storia della sua amata Cagliari.
Riposa in pace, Alessandro. Ci mancheranno il tuo sapere, la tua esperienza clinica, la tua dedizione per i pazienti e le loro famiglie, la tua voglia di aiutare e far crescere tutti i colleghi, in particolare i giovani, e il tuo sorriso piacevole e rassicurante.
Ma quello che hai messo in moto non dovrà e non potrà fermarsi.
Grazie, Alessandro…
Samuele Cortese
University of Southampton
Per molti di noi la scomparsa così inattesa di Alessandro causa smarrimento, indicibile dolore e rabbia per la perdita di una persona tanto gentile. Il nostro più misericordioso pensiero vada a Manuela e ai loro due amatissimi figli.
Alessandro era animato da inesauribile interesse verso tutti gli aspetti della vita propria e altrui, da quella lavorativa a quella affettiva. Era un ragazzo pieno di incondizionato amore e rispetto verso coloro che lo circondavano. Ascoltava, partecipava, consigliava, aiutava; non chiedeva niente in cambio. La sua gioia era la speranza di poter contribuire a migliorare il mondo.
Per altri, la perdita di Alessandro rappresenta un semplice incidente nel contesto scientifico e sanitario isolano. A queste persone voglio ricordare la figura insostituibile del Prof. Zuddas che, con la sua inesauribile energia, ha portato modernità e apertura nel piccolo mondo antico della neuropsichiatria infantile regionale e nazionale. Contro tutte le iniziali resistenze, Prof. Zuddas ha innovato gli approcci diagnostici e terapeutici della psichiatria infantile, ha sollevato tantissime famiglie dall’angoscia di avere dei figli per i quali “non c’è nulla da fare”, ha elevato l’importanza medico-scientifica della nostra disciplina fino ad allora relegata in una nicchia socio-assistenziale quasi insignificante. Ha fatto comprendere agli psichiatri di tutta Italia che tante malattie mentali possono essere prevenute se comprese e ben curate fin dall’età evolutiva. Infine, la sua missione principale: la crescita culturale dei giovani medici. Egli voleva che dalla “sua” Scuola uscissero tanti, tantissimi giovani specialisti preparati ad affrontare le sfide della moderna neuropsichiatria infantile nei contesti nazionali ed internazionali. E’ riuscito in maniera eccellente anche in questo.
Alessandro, mi dicevi sempre che nessuno è veramente insostituibile ma domani al tuo funerale non biasimarmi se mi vedrai con le lacrime agli occhi. Ho infatti piena contezza che, ora, il nostro mondo sarà peggiore senza di te.
Con affetto e infinita riconoscenza
Stefano
Carissimo Sandro,
Oggi è un mese da quando te ne sei andato lasciando tutti a bocca aperta. Ancora non riesco a crederci e -credimi- non sono l’unica! Ho ricevuto in questo mese tanti messaggi e telefonate da Colleghi Neutopsichiatri infantili che hanno saputo la notizia e che mi hanno cercata sapendo del rapporto di amicizia che ci univa e che mi hanno chiesto di farmi un po’ anche da portavoce loro. Tutti sgomenti, alcuni ti avevano visto molto recentemente in vari Congressi dove certo non ti risparmiavi, come l’ultimo da te organizzato solo tre mesi fa a Cagliari. Qui a Firenze molti anni orsono avevo organizzato come Azienda Careggi dei Convegni di Psichiatria e Psicofarmacologia, aperti ai Neuropsichiatri Infantili e agli specializzandi, che hai condotto con grande generosità e dedizione assoluta da docente unico. Hai dato la possibilità a molti di noi di buttarci nell’esperienza psichiatrica e soprattutto psicofarmacologica con maggiore consapevolezza e competenza, tutto grazie a te. Ancora oggi consulto al bisogno gli appunti presi durante quelle lezioni e ho sentore della riconoscenza che molti hanno nei tuoi confronti. Hai promosso ed attuato nei decenni la formazione dei Neuropsichiatri Infantili Italiani insieme al tuo carissimo amico Gabriele Masi con dedizione, entusiasmo, pazienza e perseveranza e siamo in tanti ad esservene grati.Le tue relazioni erano sempre appassionate, approfondite e aggiornate e trasmettevano entusiasmo, passione e altissima competenza oltre che una grande lealtà.
La nostra conoscenza, iniziata negli anni della mia specializzazione a Sassari (dove ha frequentato anche la tua amatissima moglie Manuela) data ormai più di quarant’anni. Ho sempre colto le tue capacità speciali ed ho sempre guardato con grande ammirazione alla tua grande competenza e squisita lealtà come ricercatore e alla tua dedizione ai bambini e pazienti, nei confronti dei quali ti sentivo vicino e fortemente empatico, capace di capirne le difficoltà ed attento ai bisogni.
Mi hai contagiato la passione per l’ADHD, che negli anni è diventato uno dei cavalli di battaglia della mia expertise come Neuropsichiatra Infantile.
Siamo stati amici insieme ai nostri rispettivi partner e non ho mai smesso di seguire le tue vicende, come tu le mie, anche a livello personale e familiare.
Mia figlia si ricorda ancora che sei stato il primo ad aderire alla famosa festa a sorpresa dei 18 anni della nostra famiglia. Ti sono grata di avere partecipato a quel momento reso ancor più emozionante e bello anche dalla presenza inaspettata di te e Manuela.
Al tuo funerale ho ascoltato parole ricche di sentimento, vere e meravigliose da parte dei colleghi ed ancora più emozionanti da parte dei tuoi giovani specializzandi. Ho rincontrato tanti Colleghi che non vedevo da decenni e credimi, erano tutti sgomenti e non sapevano come si sarebbe potuto andare avanti senza il tuo contributo. Diversi hanno dichiarato il loro impegno a dare continuità al tuo prezioso lavoro e a trovare la forza per andare avanti.
Sandro credo che la tua presenza in questo mondo abbia lasciato un grande segno, e io sono una di quelli che non ti dimenticheranno mai.
Un grande abbraccio a Manuela, Andrea e Chiara.
Marirosa Scordo
Per inviare una lettera o un ricordo: lasciaunmessaggio@sinpia.eu

Anne/Annette Beaumanoir 1923-2022
Nata in Bretagna da una famiglia di umili origini, , entra nella resistenza contro i nazisti svolgendo vari incarichi che la portano, non ancora ventenne, a diventare a Marsiglia, membro della commissione incaricata all’epurazione dei collaborazionisti francesi. Prima, negli anni della resistenza, aveva salvato alcuni giovani ebrei in collaborazione con suoi famigliari e per questo verrà insignita del titolo di giusto dei popoli. Poi si laurea in Medicina diventa allieva di Henri Gastaut si sposa con Joseph Roger formando, con loro, il nucleo storico della scuola di Marsiglia che in modo unico contribuirà alla nosologia dell’epilessia moderna creando il primo nucleo di quella scuola inimitabile da cui trarranno la loro formazione i migliori epilettologi del mondo.
Poi la passione politica prenderà il soppravvento sulla scienza e, dopo essere stata incarcerata per aver collaborato con il movimento di liberazione algerino, fuggirà dalla Francia per partecipare direttamente al primo governo di liberazione in Algeria dove nel 1965 rischierà la morte dopo il colpo di stato contro il presidente Ben Balla.
Ritorna alla medicina diventando responsabile della neurofisiologia dell’Ospedale di Ginevra: da questo momento inizia un grande lavoro di formazione di giovani epilettologi di varie nazioni con un particolare attenzione per l’Italia .
I suoi corsi a Gargnano, al Buzzi, a Siculiana o per la Fondazione Mariani hanno rappresentato un momento fondamentale nella formazione di tanti giovani medici: il suo rigore scientifico, la sua gentile durezza nell’insegnare, il suo esempio personale di dedizione totale alla scientificità e all’impegno nello studio dell’epilessia hanno rappresentato per noi una scuola di formazione inimitabile sul piano scientifico ma anche su quello personale con la costruzione di un legame che è diventato via sempre più stretto quasi filiale. Ho il ricordo di “ furiose romanzine” scientifiche che sono diventate sprone continuo alla ricerca del miglioramento della nostra conoscenza ma anche momenti in cui il racconto della sua vita, dei suoi valori umani e politici sono stati per noi un esempio irraggiungibile a cui ispirarci.
Grazie Annette per la grande coerenza della tua vita in cui la passione scientifica, politica, l’esempio di donna ante litteram, libera , capace di unire una grande umanità al rigore scientifico rimarrà un esempio unico nella storia della epilettologia mondiale.
Ricordo a cura del Prof.Pierangelo Veggiotti , Ospedale Buzzi, Universita’ di Milano